La suzione pur sembrando un gesto estremamente naturale, è ricco di tantissime emozioni, ruoli e per essere sinceri anche di difficoltà. Generalmente per garantire un attaccamento al seno funzionale e una suzione armonica del bambino (anche con il biberon) ci vogliono (in assenza di patologie congenite) all’incirca 30 giorni dalla nascita. Io come Osteopata mi occupo in collaborazione con le figure si supporto all’allattamento di verificare e se possibile correggere eventuali disequilibri muscolo-scheletrici che possono interferire con il corretto funzionamento della suzione e della deglutizione. Oggi parleremo proprio di questo.
Osteopata neonati Varese
La suzione nel neonato
L’atto del nutrimento è il risultato della coordinazione di diversi riflessi neonatali: riflesso di cercamento, riflesso di suzione, riflesso di deglutizione e molto altro ancora. Il riflesso di suzione si sviluppa quando il bambino è ancora in grembo materno, e in genere completa la sua maturazione alla 36ma settimana di vita fetale e in condizioni fisiologiche permane fino ai 10-11 mesi; scompare dopo l’anno, quando la suzione diventa un atto di tipo volontario e non più riflesso. Durante l’allattamento, quando il neonato entra in contatto con il capezzolo o con la tettarella del biberon avvia una serie di movimenti coordinati della lingua insieme all’attivazione dei muscoli delle labbra e della parte anteriore del collo, permettendo così la fuoriuscita del latte.
Problemi di suzione
In alcuni casi però questo meccanismo appare meno efficace a causa o di un cattivo coordinamento motorio di alcuni i muscoli e/o nervi preposti a questa funzione o di alcune anomalie congenite o acquisite nei primi mesi di vita che possono interferire in questo percorso. Da cosa potrebbe dipendere? – Dall’immaturità del riflesso di suzione conseguente ad una nascita prematura del bambino. –Dalla presenza di anomalie orali come il frenulo linguale corto e/o “poco flessibile” che non permette un funzionale movimento della lingua. – da difficoltà legate alla conformazione del capezzolo della mamma (esempio capezzolo piccolo o poco estroflesso). – Dalle posizioni incorrette mantenute durante l’allattamento per impossibilità del bambino a girare il capo da entrambi i lati senza difficoltà (torcicollo miogeno) o perché non posizionato correttamente.
“Tutta colpa del parto”
Durante il parto, il neonato si adatta al passaggio dal canale vaginale grazie ad una combinazione di movimenti di tutto il corpo, compreso il rimodellamento momentaneo della forma della testolina. Questo rimodellamento riguarda soprattutto la parta posteriore della testa, quindi se durante la fase espulsiva la base cranica viene sottoposta ad uno stress eccessivo, anche i muscoli /le fasce della suzione verranno irritati causando una suzione meno efficace durante l’allattamento. Inoltre, durante la fase espulsiva il piccolo per uscire compie un’estensione del capo e se questo movimento è eccessivamente veloce si possono instaurare alterazioni della mobilità o contratture della muscolatura del collo, che magari danno dolore al bambino proprio quando deve ruotare la testa durante l’allattamento e quindi difficoltà nella suzione. In aggiunta, eventuali posizioni scorrette del capo del bambino mantenute per lungo tempo durante la giornata nei primi mesi di vita, come per esempio l’adagiamento prolungato nell’ovetto, possono influenzare la forma della testolina e l’elasticità della muscolatura del collo andando ad ostacolare la suzione.
Cosa può fare l’Osteopata in caso di problemi di suzione nel neonato?
L’Osteopata ha il ruolo di identificare eventuali alterazioni muscolo-scheletriche esempio del collo, della schiena o della lingua che possono interferire con la suzione. Inoltre agirà anche su eventuali problematiche che possono essere conseguenti o concomitati come le coliche gassose, il reflusso gastro-esofageo nel neonato, la stipsi nel bambino e la plagiocefalia posizionale. È fondamentale intervenire nei primi mesi di vita per sfruttare l’elasticità dei tessuti molli di cui è costituito il bambino di poche settimane.
Problemi di suzione nel neonato: I consigli dell’Osteopata #chiediallosteopata
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By Giulia Toscano Osteopata Osteopata D.O. M.Ost RQ (UK)
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Asma nei bambini e Osteopatia Varese
L’asma è una delle malattie croniche più comuni dell’infanzia ed è una delle principali cause di ospedalizzazione e di assenteismo scolastico nei bambini. Oggi sul blog parliamo di asma nei bambini e del contributo del trattamento Osteopatico.
Asma nei bambini: definizione
È un disturbo infiammatorio ricorrente delle vie respiratorie, in cui, determinati stimoli (allergici e non solo) provocano infiammazione a livello delle vie aeree con conseguente spasmo bronchiale dando vita così ai più comuni sintomi: difficoltà respiratoria, tosse e sibili durante l’espirazione. L’asma nei bambini può presentarsi a qualsiasi età ma spesso insorge in tenera età. Si manifesta maggiormente in età prepuberale nei bambini mentre nelle femminucce dopo la pubertà. In alcuni casi il disturbo si risolve mentre in altri continua anche in età adulta.
Asma nei bambini: i principali fattori di rischio
Tra i possibili fattori sono stati evidenziati alcuni geni che rendono il sistema immunitario del bambino più predisposto ad attaccare determinati agenti esterni. Infatti, la maggior parte dei bambini affetti presentano familiarità per questa condizione, il che dimostra che i geni sono sicuramente importanti. Sono stati identificati molti fattori di rischio che predispongono ad una sensibilizzazione nella risposta del sistema immunitario a livello bronchiale come pregresse infezioni virali e/o batteriche ricorrenti che hanno coinvolto sia le vie aeree superiori sia quelle inferiori (es. faringiti e/o bronchiti ricorrenti) che possono giocare un ruolo in questo meccanismo di ipersensibilità del sistema immunitario del bambino. Tra i fattori di rischio troviamo anche il fumo passivo, il fumo durante la gravidanza, l’alimentazione a bassi consumi di vitamine (C e E) e acidi grassi Omega 3, l’obesità e la dieta.
Asma nei bambini: cosa può fare l’Osteopatia
In questi bambini, la muscolatura primaria della respirazione e non solo (muscolatura respiratoria accessoria, gabbia toracica, colonna vertebrale) dovranno lavorare maggiormente per garantire l’adeguato apporto di ossigeno, causando possibili contratture o adattamenti posturali non funzionali. L’obiettivo dell’Osteopata è quello di migliorare il drenaggio delle sostanze pro-infiammatorie che ristagnano a livello delle vie aeree, stimolando le stazioni linfatiche collocate nelle fasce muscolari del torace e del collo, migliorare l’elasticità della gabbia toracica in generale (muscoli e delle articolazioni che compartecipano alla meccanica del respiro spesso “sovraccaricati” in corso d’asma).
I consigli dell’osteopata #chiediallosteopata
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By Giulia Toscano Osteopata
Ostoopata D.O. M.Ost RQ (UK) Osteopata bambini varese
La stipsi è un problema molto frequente nei neonati e nei bambini. La maggioranza dei casi di stipsi osservati dal pediatra ha una diagnosi di stipsi funzionale (cioè senza patologia sottostante). Oggi ci rivolgiamo ai genitori di questo gruppo di neonati e bambini con tanti consigli.
Stipsi funzionale nel bambino: cos’è
I bambini (fino a 4 anni di età) per essere considerati stitici devono presentare per 1 mese almeno due dei seguenti sintomi: due o meno evacuazioni a settimana; storia di eccessiva ritenzione di feci volontaria, storia di evacuazioni di feci dure e dolorose; storia di feci di grandi dimensioni; presenza di una grande massa fecale nel retto. Inoltre nei bambini che sono già stati educati all’uso della toilette o del vasino possono essere aggiunti questi criteri: almeno 1 episodio a settimana di incontinenza fecale, storia di feci di grandi dimensioni che possono ostruire il W.C.
La stipsi nell’infanzia: Quali possono essere le cause?
Osteopatia per stitichezza bambini
La stipsi sembra essere nella maggior parte dei casi di tipo funzionale, per questo una valutazione del sistema muscolo-scheletrico che sappiamo essere direttamente collegato con la corretta funzione dell’intestino e viceversa, può essere utile per il miglioramento del problema (previa valutazione medica). A seguito del parto è possibile riscontrare compressioni (mobilità ridotta) a livello della colonna e soprattutto del sacro e della pelvi (che offrono il passaggio al tratto terminale del canale digerente e partecipano alla funzione degli sfinteri), questo potrebbe compromettere lo spazio necessario all’intestino per svolgere la sua fisiologica funzione. A tal proposito, l’Osteopata valuta ed identifica eventuali alterazione della mobilità e della funzione delle articolazioni e dei muscoli della pelvi (tratto lombare, sacro, coccige, pavimento pelvico) ma anche del resto del corpo, in modo da regolarizza il supporto nervoso intestinale, il drenaggio venoso e linfatico della zona e la giusta mobilità, producendo dunque, risultati positivi sulla severità dei sintomi e la qualità di vita dei bambini affetti da stipsi.
I consigli dell’osteopata #chiediallosteopata
By Giulia Toscano Osteopata D.O. M.Ost (RQ) UK Osteopatia contro il reflusso Varese
Oggi parleremo di reflusso fisiologico nel lattante (cause e accorgimenti) e dell’efficacia dell’intervento osteopatico nei primi mesi di vita del bebè.
Reflusso nel lattante: cos’è?
Alcuni neonati soffrono di reflusso ovvero la risalita del contenuto gastrico superiormente, a volte può essere espulso o in altri casi fermarsi in esofago presentandosi con irritabilità del bambino. Generalmente questo problema si sviluppa nei primi mesi di vita e si rivolve entro i 12-18 mesi. Si dovrebbe alleviare spontaneamente con l’alimentazione complementare e l’acquisizione della posizione seduta (dopo i 6 mesi). Ben diverso è Il rigurgito nel lattante che è caratterizzato dall’espulsione di saliva e latte non digerito (della porzione di un cucchiaino da caffè), di solito entro mezz’ora dalla poppata ed interessa la quasi totalità dei lattanti (si nota molto in quei bambini che sono soliti attaccarsi al seno o al biberon con voracità). Consultate sempre il vostro pediatra, il quale si accerterà delle cause e della severità di questo problema. Noi parleremo del reflusso fisiologico, in assenza di patologie o allergie da parte del neonato.
Reflusso fisiologico nel lattante: cause
La maggior parte dei neonati nei primi mesi di vita hanno la valvolina che collega lo stomaco con il tubo esofageo non del tutto formata, come se ci fosse un cancello che non si chiude ancora bene, permettendo al contenuto dello stomaco di risalire verso l’alto, in particolare durante la posizione sdraiata. Attenzione alla posizione del bebè post-prandiale!! Il vostro pediatra curante tramite una visita accurata e un’anamnesi sulle abitudini alimentari sarà in grado di escludere cause patologiche e/o inviarvi ad un consulto gastroenterologico.
Osteopatia contro il reflusso nel neonato
Il reflusso potrebbe essere maggiore nei neonati con parto difficile (per parto difficile non si intende per forza che vi sia stato l’utilizzo di ausili o medicinali, è sufficiente che la fase espulsiva sia stata lunga). In questi casi bisogna prima capire se ci sono altri disturbi che possono aggravare questa manifestazione tramite visita pediatrica e in un secondo momento spetta al vostro osteopata tramite l’esame obiettivo riscontrare eventuali asimmetrie del sistema muscolo-scheletrico (della testolina, della lingua, del torace etc) provocate dal parto o nel corso delle prime settimane di vita che possono interferire con la funzionalità del sistema digerente e trattarle, incrementando la funzionalità della barriera anti-reflusso.
I consigli dell’osteopata #chiediallosteopata
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By Giulia Toscano Osteopata
D.O. M.Ost RQ (UK) COSA PUÒ FARE L’OSTEOPATA PER LA PLAGIOCEFALIA DEL NEONATO
Oggi parleremo del ruolo dell’Osteopata per i neonati, degli effetti del parto sulla testolina del bebè e come prevenire la plagiocefalia da posizione o il torcicollo miogeno.
Plagiocefalia neonato: Cos'è
La plagiocefalia posizionale (non sinostotica) è un problema caratterizzato da un’imperfezione della forma della testolina del neonato, in genere si presenta con la testa piatta da un lato (posteriore o laterale) e un’altra parte invece presenta un rigonfiamento. È importante differenziarla dalle craniostenosi, ovvero un gruppo di malformazioni del cranio, dove una o più suture delle ossa craniche si sono fuse in maniera precoce impendendo la corretta crescita. Per quanto riguarda la plagiocefalia da posizione nel neonato, con una diagnosi tempestiva (prima del sesto mese di vita!!) è possibile correggere la testolina piatta tramite una terapia conservativa che comprende l’osteopata e l’introduzione di alcuni accorgimenti a casa da parte dei genitori.
Plagiocefalia neonato: cause e torcicollo miogeno congenito
La testa del neonato durante la gravidanza e nei primi mesi di vita possiede la capacità di modellarsi in modo tale da adattarsi al canale del parto, d’altra parte però questa capacità può già in pancia o nei primi tempi del neonato provocare un rimodellamento della testolina, non solo dovuta alle compressioni che tutto il corpo del neonato subisce durante il parto, ma anche “grazie” alle posizioni mantenute dopo e ad eventuali ausili utilizzati alla nascita come la ventosa (testolina “a pera”). Spesso questo problema è concomitante ad un'altra condizione ovvero il torcicollo miogeno del muscolo che si trova nella zona antero-laterale del collo. Un po' come quando noi adulti ci blocchiamo con il collo e non riusciamo a girare la testa liberamente da un lato, la stessa cosa può succedere anche al vostro neonato già dalla nascita e allora parliamo di una forma congenita di torcicollo o si può acquisire nei primi mesi di vita per vizi da posizione del bebè. A questo punto il vostro pediatra determinerà se il problema è causato solo da una contrattura muscolare risolvibile con esercizi di stretching e terapia osteopatica o è presente una fibrosi del muscolo e quindi ci sarà bisogno di ulteriori accertamenti. Perché la testolina si dovrebbe appiattire?! Se la testa del vostro bebè rimane sempre girata da un lato, la parte che è sempre appoggiata sul lettino diverrà piatta (per le proprietà di rimodellamento cranico) e quella invece più esposta si potrebbe rigonfiare. Stessa cosa può succedere anche se lasciamo troppo tempo quando è sveglio il nostro bambino a pancia in su, posteriormente la testa si potrebbe appiattire completamente.
Plagiocefalia neonato: conseguenze
Le conseguenze non sono solo estetiche, questo adattamento può causare degli adattamenti a livello di tutto il corpo portando all'insorgenza di alcuni dei principali disturbi nel neonato: coliche gassose nel neonato, reflusso gastro-esofageo o rigurgito e difficoltà nella suzione (perché il bambino farà fatica a girare la testa da entrambi i lati durante l’allattamento). Le conseguenze possono riguardare anche la crescita della colonna con eventuale insorgenza di scoliosi idiopatica infantile.
Plagiocefalia neonato a chi rivolgersi: trattamento osteopatico
Il neonato dovrebbe essere visitato dall’Osteopata sin da subito (dopo la prima visita dal pediatra di famiglia), in modo tale da sfruttare la capacità di modellamento e prevenire lo sviluppo della plagiocefalia da posizione nel neonato e del torcicollo miogeno acquisito. L’Osteopata utilizza un trattamento manipolativo diverso rispetto a quello dell’adulto, con delle tecniche funzionali e dolci in modo tale da non causare nessun tipo di fastidio al bebè. L’obiettivo del trattamento è quello di modificare la forma della testolina, rilassando la muscolatura del collo e valutando il cranio, ma non solo, anche quello di riequilibrare gli adattamenti avvenuti a livello del resto del corpo in modo da permettere una crescita simmetrica e fisiologica del bambino.
Plagiocefalia neonato: come prevenirla #chiediallosteopata
Per prevenire questo problema bisognerebbe variare la posizione assunta dal neonato, dopo un paio di settimane che è in ambiente domestico (quando è sveglio e quando mamma o papà sono svegli), promuovendo tutte le posizioni (pancia in su, pancia in giù, sul fianco destro e sinistro di 45°)…potete cominciare sul lettone o sul fasciatoio in modo tale che vi veda e si senta più rassicurato poi ci spostiamo sul tappetone. Fate attenzione se il vostro neonato ha una posizione del capo preferita (sia nel sonno che da sveglio e anche durante l’allattamento) esempio tenere la testa ruotata sempre verso destra, in questo caso cercate di correggerla delicatamente e chiedete un consulto pediatrico. Non abusate di ausili che costringano il vostro bebè ad assumere delle posizioni limitanti per lungo tempo come l’ovetto o la sdraietta, meglio sdraiati su un tappetone con la libertà di muoversi nelle 4 posizioni viste sopra. Il cuscino per la plagiocefalia non va usato come prevenzione, ma solo se consigliato dal vostro pediatra o dal vostro Osteopata come rimedio per la plagiocefalia nel neonato.
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By Giulia Toscano Osteopata
Osteopata D.O. M.Ost RQ (UK) DIASTASI POST PARTO, RIEDUCAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO E GINNASTICA IPOPRESSIVA by @latuaostetrica19/2/2021 Osteopatia post parto Varese
In gravidanza, per fare spazio all’utero e al bambino che cresce nella pancia, i muscoli dell’addome della mamma si aprono, si distanziano. Questa situazione, normalmente, rientra nei mesi successivi al parto, in genere nei sei mesi successivi al parto.
Ma a volte può accadere che i muscoli restino distanziati, resti spazio soprattutto tra i muscoli retti dell’addome, questo prende il nome appunto di diastasi post parto.
Come prevenire la Diastasi dei retti addominali?
Molto importante per la prevenzione della diastasi è la postura, l’attività fisica in gravidanza, e anche la salute del pavimento pelvico. Io sono un’ostetrica specializzata nella rieducazione del pavimento pelvico e voglio sottolineare quanto sia importante fare una valutazione del pavimento pelvico dopo il parto ed eventuale rieducazione con un’ostetrica specializzata nella rieducazione del pavimento pelvico, lavorando sulla consapevolezza, la propriocezione e la ginnastica per i muscoli del pavimento pelvico. Questo è consigliato a 50-60 giorni dopo il parto, e aiuterà anche la ripresa e il ripristino della diastasi addominale, diciamo che è un po’ il punto di partenza per la ripresa e la salute dopo il parto. È fondamentale sia dopo un parto per via vaginale che dopo un parto cesareo e indispensabile prima di riprendere l’attività sportiva per evitare di danneggiare ulteriormente il pavimento pelvico e i muscoli addominali. Se dopo la rieducazione dei muscoli perineali, la diastasi fosse ancora presente sei mesi dopo il parto, si approfondirà la situazione con altri professionisti tra cui osteopata, chirurgo, fisioterapista. Insieme alla ginnastica perineale, è utile, in caso di diastasi, l’utilizzo degli esercizi ipopressivi.
La ginnastica ipopressiva: cos’è
La ginnastica ipopressiva permette, attraverso esercizi mirati, di tonificare i muscoli addominali, i muscoli perineali e migliorarne la tonicità. Sono esercizi che permettono di migliorare il tono dei muscoli addominali e quindi aiutare a risolvere una diastasi non grave, senza ledere il pavimento pelvico. Inoltre previene anche la formazione di ernie vaginali, addominali, lombari, ecc. La ginnastica ipopressiva, a differenza della classica attività sportiva o i classici addominali, permette di ridurre la pressione intraddominale e toracica rispettando il corpo, aiutandolo a recuperare dopo gravidanza e parto, ridurre la circonferenza addominale, il tutto senza ledere il pavimento pelvico.
Cosa fare per non danneggiare ulteriormente la situazione? I consigli dell'Ostetrica
I muscoli addominali, come abbiamo visto, sono strettamente connessi ai muscoli del pavimento pelvico e gli uni influenzano in qualche modo gli altri. E’, quindi, importante valutare come prendi in braccio il bambino o eventuali pesi dopo il parto, cercando di non andare a sforzare ulteriormente su addominali e muscoli perineali. Nel corso della rieducazione del pavimento pelvico post parto ci sarà sicuramente una parte dedicata alla prevenzione in questo senso. Un altro importante consiglio è non utilizzare la pancera dopo il parto. Spesso viene consigliata, ma impedisce il lavoro, l’attività e il recupero dei muscoli addominali e pone sotto sforzo e rischio di ulteriore danno i muscoli del pavimento pelvico. Bisogna dare tempo e fiducia al corpo dopo il parto, ci mette un po’ di tempo per recuperare e riprendersi. È inutile sottoporlo ad attività sportiva eccessiva che non rispetta il corpo dopo la gravidanza e il parto, e può esporlo a rischi maggiori.
Articolo a cura di Alessia Pellegrini
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